Unione Ungaro-Croata
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Dopo la morte dell'ultimo re della dinastia dei Trpimirović, Stjepan II, in Croazia scoppiò la guerra per il trono, che finì nel 1102 con l'elezione del re ungherese, Koloman Arpadović, come re croato e venne creata così l'unione personale con l'Ungheria, che durò fino al 1918.
Nella nuova unione statale, la Croazia rimase unita fino al regno di Bela IV (1235-70), che crea nel territorio dell'ex Principato della Bassa Pannonia una nuova unità del Regno Ungaro-Croato, la Slavonia, avente sede a Zagabria. Allo stesso tempo, i veneziani si appropriarono di gran parte della Dalmazia, mentre le aree lungo il i fiumi Vrbas e Sana passarono alla Bosnia. Dopo l'estinzione della dinastia degli Arpadović, scoppiò la guerra per il trono, i veneziani conquistarono le rimanenti città croate in Dalmazia e i bosniaci conquistarono la Croazia meridionale dal fiume Cetina al fiume Neretva.
Nel 1309 la Croazia passa nelle mani di Carlo I Roberto appartenente al ramo napoletano della dinastia francese d'Angiò. Suo figlio, Luigi il Grande, unisce nuovamente la Croazia e la Slavonia, riconquista i territori posseduti dalla Bosnia (1357), la costa adriatica orientale dall'Istria fino alle Bocche di Cattaro, posseduta dai veneziani (1358) e promuove lo sviluppo commerciale e i processi d'integrazione tra il fiume Drava e l'Adriatico.



Durante il regno dei successori di Luigi il Grande, alla fine del 14° e agli inizi del 15° secolo ci fu la guerra tra le dinastie, una situazione sfruttata dalla Serenissima e dalla Bosnia per la propria espansione sui territori croati.
Fu durante questo periodo che iniziò l'ascesa di Ragusa, situata nell'estremo sud dell'area croata, che grazie alla sua forza marittima sviluppò anche una ricca cultura, diplomazia, farmacia, istituzioni sociali, approvvigionamento idrico, fognature, ecc.


"Antemurale Christianitatis" (1527-1683)
A metà del XV secolo, dopo la conquista della Bosnia (1463), gli Ottomani cominciarono a penetrare frequentemente nel territorio croato. Furono rallentati dal re Mattia Corvino (che regnò dal 1458 al 1490) che fece costruire un forte sistema difensivo ai confini orientali della Croazia e della Slavonia. La difesa, tuttavia, fu indebolita dalla sconfitta nella battaglia di Krbava nel 1493, dove la nobiltà croata fu decimata.
Antemurale christianitatis è un sintagma latino usato per riferirsi alla Croazia nella corrispondenza diplomatica (lettera di Papa Leone X indirizzata nel 1519 al bano croato Petar Berislavić). Nello stesso periodo veniva usato il termine reliquiae reliquiarum, ottenuto abbreviando l'espressione reliquiae reliquiarum olim magni et inclyti regni Croatiae (le reliquie delle reliquie del Regno già grande e glorioso della Croazia).
Dopo la morte dell'ultimo re ungaro-croato, Luigi II Jagellone nella battaglia di Mohacs, i nobili croati elessero Ferdinando I d'Asburgo come sovrano nel 1527, che allo stesso tempo si scontrava con l'anti-re Giovanni I d'Ungheria e gli Ottomani.



Al fine di rafforzare la difesa, nel 1558 si tenne a Zagabria la prima assemblea congiunta della nobiltà croata e della Slavonia, durante la quale ebbe luogo l'unificazione politica delle terre croate.
La conquista ottomana delle terre croate fu fermata nel 1593 con la battaglia di Sisak. Gli Asburgo istituirono il Confine militare a scopo difensivo e questi territori furono restituiti all'amministrazione croata solo nel 1881.
L'insoddisfazione dei nobili croati per lo smembramento delle terre croate, l'inattività degli Asburgo nella difesa contro gli Ottomani e la loro interferenza nei poteri del bano croato e del Parlamento portarono a una fallita cospirazione anti-asburgica guidata dal Bano Petar Zrinski e Fran Krsto Frankopan nel 1671. Il fallimento della cospirazione fu sfruttato per instaurare il dominio assoluto degli Asburgo in Croazia e Ungheria.